Prince: l’influenza sulla musica e lo stile unico
Prince è stato uno dei musicisti più influenti e originali del XX secolo. Il suo contributo alla musica è incalcolabile: ha abbattuto i confini tra i generi, fondendo con maestria funk, rock, pop, soul e R&B in un suono unico e inconfondibile. Multistrumentista, scriveva, interpretava e produceva da solo le sue canzoni, e l’album Purple Rain è diventato non solo una pietra miliare musicale, ma anche un fenomeno culturale.
Il suo stile era audacia, sensualità e libertà di espressione. Sconvolgeva e ispirava non solo con la musica, ma anche con l’aspetto, dimostrando che un artista può andare oltre genere e convenzioni. Prince ha influenzato profondamente artisti come Beyoncé, The Weeknd, D’Angelo e Justin Timberlake, e la sua battaglia per l’indipendenza artistica e i diritti sulla propria musica, molto prima dell’era dello streaming, lo ha reso un simbolo di libertà creativa.
In questo articolo parlerò delle chitarre che ha utilizzato e di come suonavano nelle sue canzoni.
Il ruolo della chitarra nella sua musica: dal funk al rock
La chitarra, nell’opera di Prince, non era solo uno strumento: era l’estensione del suo carattere – audace, sensuale, esplosivo. Ne aveva il controllo assoluto, trasformando ogni riff e assolo in una dichiarazione emotiva.
Nel funk, Prince usava la chitarra come motore ritmico. Gli accordi secchi e taglienti, nello stile di James Brown – come in Kiss o Controversy – davano energia all’intera composizione, mantenendola in equilibrio tra follia danzante e groove minimalista. Sapeva “trattenere” lo strumento, facendo percepire all’ascoltatore la tensione tra i suoni.
Nel rock, invece, lasciava la chitarra libera di esprimersi. Ascolta Let’s Go Crazy, Purple Rain o Bambi e sentirai un vero uragano chitarristico: assoli carichi di emozione, distorsione ed espressività, degni dei migliori rocker hard. Eppure Prince non cadeva mai in una tecnica fine a sé stessa – ogni suo assolo aveva uno scopo, un’emozione, un’anima.
Per Prince, la chitarra non era solo suono – era voce. Una voce che urla, sussurra, seduce e libera. Ed è proprio qui che risiede la sua grandezza.
Tecnica inconfondibile: unione di riff funk, passaggi blues e aggressività rock
Lo stile chitarristico di Prince non era virtuosismo accademico, ma pura espressione. Non suonava secondo le regole, ma secondo le sensazioni. Ecco perché è così difficile imitarlo: non si trattava delle note, ma della tensione tra di esse.
Ecco le principali caratteristiche della sua tecnica chitarristica unica:
1. Espressività attraverso la dinamica
Prince suonava in modo emotivo e dinamico. Nella stessa canzone poteva passare da un tocco blues delicatissimo a un’esplosione distorta e aggressiva. Le sue dita non toccavano semplicemente le corde — ci dialogavano. In Purple Rain si sente come ogni vibrato sembri squarciare l’anima.
2. Ritmo preciso e funk «chicka»
Era un maestro del tocco percussivo, soprattutto nei brani funk. I suoni secchi della mano destra, i colpi brevi e taglienti della sinistra creavano groove senza fronzoli. Canzoni come Kiss e Sexy MF sono così danzabili proprio grazie a questa ritmica tagliata e ipnotica.
3. Uso sapiente del silenzio
Prince conosceva il potere delle pause. Non sovraccaricava l’ascoltatore con cascate di note. Creava attesa, vuoti tra le frasi musicali. Questo conferiva sensualità, suspense e stile al suo modo di suonare. Ogni suono era lì per un motivo.
4. Minimo effetti — massimo controllo manuale
Diversamente da molti suoi contemporanei, Prince usava pochissimi pedali. Il suo suono espressivo nasceva dalle dita, dal plettro, dall’angolazione della mano. Riusciva a estrarre dalla chitarra carattere puro — che fosse un fuzz urlante, un crunch graffiante o un suono pulito cristallino.
Influenze
Prince fu influenzato da chitarristi molto diversi tra loro, ma da ciascuno prese il sentimento, l’attitudine, lo spirito — non semplicemente la tecnica.
Jimi Hendrix
Senza dubbio la figura di riferimento, sia visivamente che musicalmente.
In comune: psichedelia, fuzz, feedback, assoli liberi.
Influenza: evidente in brani come Bambi, con parti chitarristiche aggressive e un’immagine di scena audace.
Citazione di Prince:
“Hendrix non è solo tecnica. È fuoco, passione, energia. Io non lo copio — sento le stesse cose.”
Carlos Santana
In comune: melodia, atmosfera latina, legato.
Influenza: nei suoi assoli più lirici — specialmente in Purple Rain — si avverte la fluidità e profondità emotiva tipica di Santana.
James Brown (non chitarrista, ma fondamentale!)
Anche se Brown non suonava la chitarra, la sua filosofia funk e la struttura ritmica hanno avuto un’enorme influenza sulla ritmica di Prince.
I chitarristi della sua band, come Jimmy Nolen, hanno definito uno stile fatto di colpi brevi, groove minimalista e incisività secca.
Eddie Hazel (Funkadelic)
Un chitarrista che ha fuso funk e psichedelia.
Il suo assolo in Maggot Brain è considerato un capolavoro di chitarra spaziale e spirituale. Prince ne ha assorbito l’intensità e la visione cosmica.
Eric Clapton
Prince veniva spesso paragonato a Clapton. In un’intervista, alla domanda “Cosa si prova a essere il più grande chitarrista al mondo?”, Clapton rispose:
“Non lo so. Chiedetelo a Prince.”
Una frase che dice tutto.
Le chitarre leggendarie di Prince
Cloud Guitar: storia, significato, magia
Origine
Creata nel 1983 appositamente per il film e il tour Purple Rain.
Prince desiderava una chitarra che non somigliasse a nessun’altra. Fornì un disegno al liutaio Dave Rusan di Minneapolis. Il primo esemplare fu costruito a mano in pochissime settimane, appena prima delle riprese. Di colore bianco (la prima), con forme sinuose e un manico ricurvo, simile a un’onda o a una nuvola di fumo. Il design univa sensualità e alienazione. Sembrava provenire da un altro pianeta — proprio come Prince.
Aveva un ponte (bridge) personalizzato, un bilanciamento unico e un suono caratteristico. Nonostante la forma non convenzionale, era uno strumento da lavoro a tutti gli effetti, con un suono pieno e brillante. Si distingueva per l’attacco netto e il sustain corposo, ideale sia per il funk (con percussioni e muting), sia per gli assoli rock. Spesso montava pickup attivi EMG, che garantivano un suono ricco e controllato.
In Purple Rain (film e brano), è proprio questa la chitarra usata per il celebre assolo finale.
Anche in Baby I’m a Star e I Would Die 4 U Prince suonava con la Cloud.
Diventò un simbolo visivo di Prince a metà degli anni ’80: piccola, elegante, ma potentissima — proprio come lui. La prima versione era bianca, ma in seguito comparvero varianti viola, blu, nere e perfino trasparenti. Prince le adattava spesso ai costumi di scena. Possedeva almeno 10 Cloud Guitar differenti, ognuna con leggere variazioni.
Simbolizzava che Prince non avrebbe mai seguito le regole degli altri — né nella musica, né nella moda, né nella vita.
Dopo la sua morte, gli esemplari originali della Cloud Guitar sono diventati pezzi da collezione. Alcuni sono esposti a Paisley Park (il suo studio-museo), altri sono stati venduti all’asta per centinaia di migliaia di dollari.
Nel 2020, l’azienda Schecter ha lanciato una serie di repliche autorizzate della Cloud Guitar per fan e collezionisti.
Fender Stratocaster (Hendrix Tribute)
La Fender Stratocaster Hendrix Tribute usata da Prince è una rarità preziosa nel suo arsenale. Non era una chitarra abituale per lui, come la Cloud o la Love Symbol, ma ogni volta che appariva, significava qualcosa di speciale.
Che chitarra è?
È un modello speciale di Fender Stratocaster, ispirato allo stile di Jimi Hendrix — con la paletta invertita (reverse headstock), come nelle chitarre per mancini.
Le Stratocaster sono famose per il loro suono brillante e «vitreo», soprattutto sul canale pulito — ideale per funk-rock, blues e psichedelia. Questa scelta era un omaggio diretto a Jimi Hendrix, la cui influenza su Prince è enorme. Ma Prince non copiava Hendrix — ne citava lo spirito: libertà, selvatichezza, improvvisazione.
Il momento più noto è il Coachella 2008, quando Prince salì inaspettatamente sul palco e suonò una cover di Creep dei Radiohead, lasciando il pubblico senza parole con un assolo travolgente su quella stessa chitarra.
Prince utilizzava questa chitarra anche in jam session private e concerti intimi, dove il focus era sull’espressione musicale più che sullo spettacolo. Sulla Stratocaster, il suo tocco diventava più «arioso», vicino al blues e alla psichedelia. Il suono era pulito, quasi trasparente, con sustain evidente e scatto ritmico. A volte aggiungeva aggressività, attivando un fuzz. Ma anche su una chitarra di Hendrix, suonava come Prince, che suona attraverso Hendrix.
Questa chitarra non è solo uno strumento, ma un ponte tra generazioni. Con essa, Prince sembrava dire:
«So da dove arriva il mio suono. E lo porto avanti a modo mio.»
Prince considerava la chitarra parte integrante della propria immagine scenica. Non era solo fonte di suono, ma anche elemento visivo: provocatorio, sensuale, indimenticabile.
Eredità: come lo stile chitarristico di Prince ha influenzato la musica
Più di 40 album, migliaia di registrazioni, incluse tracce inedite custodite nel leggendario Vault.
Ha creato un linguaggio musicale tutto suo, intrecciando funk, pop, rock, soul, jazz, psichedelia ed elettronica. Ha influenzato un’intera generazione di artisti: da Beyoncé, Lenny Kravitz e The Weeknd a D’Angelo, Janelle Monáe e Bruno Mars. Scriveva hit non solo per sé, ma anche per altri: Nothing Compares 2 U (Sinead O’Connor), Manic Monday (The Bangles), I Feel for You (Chaka Khan).
È stato tra i primi grandi artisti a lottare pubblicamente per i diritti sulla propria musica. Negli anni ’90 cambiò il suo nome in un simbolo e si scriveva la parola «Slave» sulla guancia, protestando contro la Warner Bros. e reclamando la proprietà delle master recordings. Fu un pioniere della distribuzione indipendente via Internet, anticipando l’era del digitale.
Prince è stato uno degli artisti più prolifici della storia. Scriveva musica ogni giorno, spesso suonava tutti gli strumenti da solo, produceva, mixava e si esibiva. Il suo studio Paisley Park non era solo un luogo di registrazione, ma un laboratorio artistico, un tempio musicale.
Ha abbattuto stereotipi su genere, sessualità e mascolinità. Era androgino, audace, seducente — e al tempo stesso straordinariamente sicuro di sé. Ha trasformato il palco in un luogo di libertà totale, dove si può essere chiunque, in qualsiasi corpo e costume.
È scomparso nel 2016, ma la sua influenza continua a crescere. Le registrazioni d’archivio del Vault vengono ripubblicate, escono nuovi documentari, musical, mostre.
A Minneapolis, il 7 giugno è ufficialmente riconosciuto come il “Prince Day”.
Il suo messaggio più profondo:
«A strong spirit transcends rules.»
(«Uno spirito forte va oltre le regole.»)
Vi consiglio di esplorare la discografia di Prince — un autore brillante e fuori dagli schemi, che padroneggiava la musica con facilità. Eseguiva assoli complessi con precisione e sentimento, senza mai perdere intensità emotiva. Lo stesso vale per la sua voce.

chitarrista, scrittore di musica